
La scienza moderna ha fatto passi da gigante nello spiegare l’universo tangibile, ma quando si parla di energie sottili, ci troviamo ancora sull’orlo di una frontiera invisibile.
Da anni, il mio lavoro nel campo della divinazione non si limita all’utilizzo di strumenti simbolici come i Tarocchi: è una ricerca continua sull’interazione tra mente, vibrazione e campo energetico.
Le energie sottili non si vedono, ma si percepiscono. Le avvertiamo come variazioni di temperatura corporea, intuizioni improvvise, segnali nel corpo sottile.
Chi lavora ogni giorno a contatto con esse sa che si muovono in base alla qualità della presenza e dell’intento.
Io le studio. Le ascolto. Le provoco, talvolta.
Cerco i modi per imbrigliarle, canalizzarle, raffinarle.
Non si tratta di magia.
Si tratta di fenomeni ancora non pienamente misurabili, ma percepibili e ripetibili. E come ogni fenomeno che sfida i limiti della mente umana, queste energie chiedono rigore, osservazione, e soprattutto silenzio. Perché le energie sottili non rispondono a chi grida, ma a chi sintonizza il proprio stato mentale e vibrazionale su frequenze più alte.
Nei miei consulti, ciò che accade non è frutto solo della carta pescata. È il risultato di un campo condiviso. Un campo in cui le mie energie, quelle del consultante e quelle che chiamo “correnti superiori”, interagiscono.
Quando canalizzo, non ricevo informazioni da fuori, ma da un punto preciso che unisce coscienza, materia e vibrazione.
Questo spazio, questa soglia, è ciò che studio da anni.
Ho creato rituali, pratiche, tecniche di presenza mentale e sensoriale per potenziare l’accesso cosciente a queste energie.
E se la scienza non ha ancora trovato le parole per descriverle, ciò non significa che non esistano.
Al contrario: il fatto che producano effetti reali, tangibili, emotivamente riconoscibili, è il primo indizio della loro verità.
Siamo ancora agli albori della comprensione della mente umana e del suo potenziale interattivo con la realtà.
La fisica quantistica ci offre spiragli, ma è solo l’inizio.
Io, nel mio piccolo, continuo a osservare.
A sperimentare.
A raccogliere segnali.
E ogni giorno, in ogni consulto, cerco non solo di aiutare, ma di comprendere un pò di più questo mistero che ci abita.







