L’uroboro, un antico simbolo raffigurante un serpente o un drago che si morde la coda formando un cerchio, ha affascinato l’umanità per millenni. Questo emblema enigmatico, presente in diverse culture e epoche, racchiude profondi significati filosofici e spirituali che continuano a risuonare nel mondo contemporaneo. Esploriamo insieme l’affascinante storia, il simbolismo e l’influenza duratura dell’uroboro.
L’uroboro rappresenta un concetto paradossale: apparentemente immobile, eppure in perpetuo movimento. Questo serpente circolare incarna l’energia cosmica che si consuma e si rigenera incessantemente, simboleggiando il ciclo eterno della vita, della morte e della rinascita. La sua forma circolare senza inizio né fine evoca idee di infinito, eternità e perfezione.
Attraverso i secoli, l’uroboro è stato interpretato in vari modi: come simbolo dell’unità fondamentale dell’universo, della natura ciclica del tempo, dell’eterno ritorno e della capacità di autorigenerazione. La sua immagine potente continua a ispirare artisti, filosofi e cercatori spirituali, invitandoci a riflettere sui misteri più profondi dell’esistenza.
In questo articolo, esploreremo le origini antiche dell’uroboro, il suo significato in diverse tradizioni culturali, il suo ruolo nell’alchimia e nella filosofia ermetica, e la sua persistente influenza nella cultura moderna. Scopriremo come questo antico simbolo continui a parlarci, offrendoci intuizioni sulla natura ciclica della vita e sulla nostra connessione con il cosmo.
Le Origini dell’Uroboro
L’uroboro vanta una storia millenaria che affonda le sue radici nelle civiltà più antiche. Questo simbolo enigmatico ha attraversato epoche e culture, mantenendo intatto il suo potere evocativo.
L’Antico Egitto: Culla dell’Uroboro
La rappresentazione più antica dell’uroboro finora scoperta risale all’Antico Egitto, precisamente al periodo della XVIII dinastia (1550-1292 a.C.). Questa immagine primordiale fu rinvenuta in un testo funerario noto come “Il Libro Enigmatico del Mondo Sotterraneo”, all’interno della tomba del faraone Tutankhamon.
In questo contesto, l’uroboro appare come due serpenti intrecciati che circondano una figura divina mummificata. Questi serpenti gemelli sono manifestazioni di Mehen, una divinità benevola dalla forma serpentina il cui nome significa “colui che è avvolto”. Mehen aveva il compito di proteggere la barca solare di Ra nel suo viaggio notturno attraverso il mondo sotterraneo.
Un’altra rappresentazione significativa dell’uroboro egizio si trova nel Papiro di Dama-Heroub, risalente alla XXI dinastia (1077-943 a.C.). Qui, il dio serpente Mehen circonda il disco solare contenente Horus bambino, sostenuto dal leone Akhet, simbolo dell’orizzonte dove il sole sorge e tramonta. Questa immagine potente evoca il ciclo eterno del giorno e della notte, della vita e della morte.
L’Interpretazione di Orapollo
Secoli dopo, lo scrittore egiziano Orapollo offrì un’interpretazione affascinante del simbolo dell’uroboro nella sua opera “Hieroglyphika”. Sebbene il testo risalga al IV-V secolo d.C., quando la conoscenza dei geroglifici era ormai perduta, l’interpretazione di Orapollo ebbe un’enorme influenza sul pensiero rinascimentale e oltre.
Orapollo descrisse l’uroboro come un serpente che divora la propria coda, utilizzato dagli antichi Egizi per rappresentare il mondo, l’universo e l’unità di tutte le cose. Le squame del serpente, secondo questa interpretazione, simboleggiavano le stelle del firmamento. La natura pesante del serpente era associata alla terra, mentre la sua scivolosità richiamava l’acqua.
Il rinnovamento annuale della pelle del serpente veniva paragonato al ciclo delle stagioni e al rinnovamento costante dell’universo. Il fatto che il serpente si nutrisse del proprio corpo era interpretato come un’allegoria del ciclo cosmico: tutto ciò che viene generato nel mondo, per volontà divina, è destinato a tornare alla sua origine.
Diffusione e Adattamenti
Dall’Antico Egitto, il simbolo dell’uroboro si diffuse in altre culture del Mediterraneo e oltre. Nella Grecia antica, ad esempio, l’uroboro venne associato al concetto di “eterno ritorno” e alla ciclicità del tempo. In alcune tradizioni gnostiche, l’uroboro divenne un simbolo della totalità cosmica e dell’unione degli opposti.
Man mano che il simbolo si diffondeva, veniva adattato e reinterpretato in base alle diverse visioni del mondo e sistemi di credenze. Tuttavia, il nucleo del suo significato – l’idea di un ciclo eterno e di un’unità fondamentale – rimase sorprendentemente costante attraverso culture e epoche diverse.
L’uroboro, nato nelle antiche terre del Nilo, intraprese così un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, arricchendosi di nuovi significati pur mantenendo la sua essenza originaria. Questo antico simbolo egizio si trasformò in un ponte tra culture, un linguaggio visivo universale che parlava di verità cosmiche fondamentali.
Il Significato Simbolico dell’Uroboro
L’uroboro, con la sua forma circolare e il suo gesto paradossale di autoconsumarsi, è un simbolo ricco di significati stratificati. La sua interpretazione ha affascinato filosofi, mistici e studiosi per secoli, offrendo intuizioni profonde sulla natura dell’esistenza e del cosmo.
Ciclicità e Rinnovamento
Uno dei significati primari dell’uroboro è la rappresentazione del ciclo eterno della vita, della morte e della rinascita. Il serpente che divora la propria coda crea un circolo senza inizio né fine, simboleggiando il perpetuo rinnovamento dell’universo.
Questa idea di ciclicità si riflette in molti aspetti del mondo naturale:
- Il susseguirsi delle stagioni
- Il ciclo giorno-notte
- La rotazione dei corpi celesti
- Il ciclo dell’acqua nell’ecosistema
L’uroboro ci ricorda che nulla nell’universo è veramente statico o lineare. Tutto è in costante movimento e trasformazione, parte di un grande ciclo cosmico.
Unità e Totalità
La forma circolare dell’uroboro evoca anche l’idea di unità e totalità. Il serpente che si morde la coda unisce inizio e fine, creando un tutto indivisibile. Questo aspetto del simbolo riflette concetti filosofici profondi:
- L’unità fondamentale dell’universo
- L’interconnessione di tutte le cose
- La riconciliazione degli opposti
In molte tradizioni mistiche, l’uroboro rappresenta la totalità dell’essere, l’unione di spirito e materia, di conscio e inconscio.
Eternità e Infinito
La natura circolare dell’uroboro lo rende un potente simbolo di eternità e infinito. Senza un punto di inizio o di fine distinguibile, il serpente circolare evoca:
- Il tempo ciclico o circolare, in contrasto con la concezione lineare del tempo
- L’eternità, al di là dei limiti del tempo misurabile
- L’infinito matematico e filosofico
Questo aspetto dell’uroboro risuona con concetti come l’eterno ritorno di Nietzsche o l’idea di un universo ciclico presente in alcune cosmologie antiche e moderne.
Autorigenerazione e Trasformazione
Il gesto dell’uroboro di nutrirsi della propria coda simboleggia anche l’idea di autorigenerazione e autotrasformazione. Questo concetto ha diverse sfaccettature:
- La capacità della natura di rinnovarsi costantemente
- L’idea alchemica di trasformazione e purificazione
- Il processo psicologico di crescita e individuazione
In questo senso, l’uroboro rappresenta la forza vitale che si alimenta e si rinnova continuamente, trascendendo i cicli di nascita e morte.
Dualità e Unione degli Opposti
Nell’immagine dell’uroboro, possiamo vedere anche una rappresentazione della dualità e dell’unione degli opposti. Il serpente unisce in sé diversi concetti apparentemente contraddittori:
- Inizio e fine
- Creazione e distruzione
- Vita e morte
- Luce e oscurità
Questa fusione di opposti riflette l’idea di una realtà ultima in cui tutte le apparenti contraddizioni si risolvono in un’unità superiore.
Saggezza e Conoscenza
In molte culture, il serpente è associato alla saggezza e alla conoscenza. L’uroboro, in particolare, può simboleggiare:
- La conoscenza che “si morde la coda”, cioè che ritorna su se stessa
- La natura ciclica dell’apprendimento e della comprensione
- La saggezza che deriva dalla comprensione dei cicli della vita
L’uroboro ci ricorda che la vera saggezza implica una comprensione profonda della natura ciclica e interconnessa di tutte le cose.
Il ricco simbolismo dell’uroboro continua a offrire spunti di riflessione sulla natura dell’esistenza, del tempo e della realtà. La sua immagine potente ci invita a contemplare i misteri più profondi dell’universo e il nostro posto in esso.
L’Uroboro nelle Diverse Culture
L’uroboro, con il suo potente simbolismo, ha trovato espressione in numerose culture in tutto il mondo. Sebbene le interpretazioni specifiche possano variare, l’essenza del simbolo – ciclicità, eternità, unità – rimane sorprendentemente costante attraverso diverse tradizioni.
Mitologia Greca
Nella mitologia greca, l’uroboro è associato a diverse divinità e concetti:
- Ouroboros: un serpente divino che incarnava l’idea di eternità e ciclicità
- Dioniso: dio del vino e della fertilità, legato ai cicli della natura
- Aion: divinità del tempo eterno, spesso rappresentata con un serpente circolare
I filosofi greci, in particolare quelli influenzati dal pensiero ermetico, vedevano nell’uroboro un simbolo della natura ciclica dell’universo e dell’unità fondamentale di tutte le cose.
Gnosticismo
Nel pensiero gnostico, l’uroboro assumeva un significato cosmologico profondo:
- Simbolo del pleroma, la totalità divina
- Rappresentazione del confine tra il mondo spirituale e quello materiale
- Emblema dell’unione degli opposti e della trascendenza della dualità
Gli gnostici associavano spesso l’uroboro al dio Abraxas, una divinità che univa in sé aspetti solari e ctoni, rappresentando la totalità dell’esistenza.
Mitologia Norrena
Nella mitologia norrena, troviamo una potente incarnazione dell’uroboro:
- Jörmungandr: il serpente del mondo, figlio di Loki, così grande da circondare la terra e mordersi la coda
- Simbolo del destino ciclico del cosmo, destinato a rilasciare la sua coda durante il Ragnarök, segnando la fine e il rinnovamento del mondo
Le saghe norrene contengono anche riferimenti a serpenti circolari in altri contesti, come nella leggenda di Ragnar Lodbrok.
Alchimia Occidentale
Nell’alchimia occidentale, l’uroboro divenne un simbolo centrale, ricco di significati:
- Rappresentazione del processo alchemico stesso, un ciclo di purificazione e perfezionamento
- Simbolo dell’unità della materia e dello spirito
- Emblema della “materia prima” e del suo potenziale di trasformazione
Gli alchimisti spesso rappresentavano l’uroboro in forme elaborate, talvolta con due serpenti intrecciati o con colori simbolici come il bianco e il rosso.
Tradizioni dell’Estremo Oriente
Anche nelle culture dell’Estremo Oriente troviamo concetti simili all’uroboro:
- In Cina, il drago che si morde la coda simboleggia l’unità del cielo e della terra
- Nella filosofia taoista, il concetto di yin e yang richiama l’idea di opposizioni complementari in un ciclo eterno
- In alcune tradizioni buddiste, il “cerchio del samsara” rappresenta il ciclo di nascita, morte e rinascita
Sebbene non sempre identico all’uroboro occidentale, questi concetti condividono temi simili di ciclicità e unità cosmica.
Culture Mesoamericane
Nelle antiche culture mesoamericane, troviamo simboli serpentini che richiamano l’uroboro:
- Il dio azteco Quetzalcoatl, il “serpente piumato”, associato ai cicli di distruzione e creazione
- Rappresentazioni maya di serpenti cosmici che circondano il mondo
Questi simboli, come l’uroboro, esprimevano idee di rinnovamento cosmico e ciclicità del tempo.
Tradizioni Africane
In diverse culture africane, il serpente circolare appare come simbolo di eternità e saggezza ancestrale:
- Nella mitologia degli Yoruba, il serpente Oshunmare forma un arcobaleno che collega cielo e terra
- In alcune tradizioni dell’Africa occidentale, il serpente che si morde la coda rappresenta la continuità della vita e la saggezza degli antenati
Questi simboli, pur non essendo identici all’uroboro classico, condividono temi simili di ciclicità e connessione cosmica.
La presenza dell’uroboro o di simboli simili in così tante culture diverse testimonia la potenza e l’universalità di questo archetipo. Ovunque, gli esseri umani hanno cercato di esprimere attraverso questo simbolo intuizioni profonde sulla natura ciclica dell’esistenza e sull’unità fondamentale del cosmo.
L’uroboro, nelle sue molteplici manifestazioni culturali, ci ricorda che, nonostante le differenze superficiali, le culture umane condividono spesso intuizioni profonde sulla natura della realtà. Questo simbolo antico continua a parlarci attraverso i millenni, invitandoci a riflettere sui misteri dell’esistenza e sulla nostra connessione con il tutto.
L’Uroboro nell’Alchimia e nella Filosofia Ermetica
L’uroboro ha giocato un ruolo centrale nell’alchimia e nella filosofia ermetica, tradizioni esoteriche che hanno profondamente influenzato il pensiero occidentale. In questi contesti, il serpente che si morde la coda assume significati complessi e stratificati, diventando una chiave per comprendere i misteri della natura e dello spirito.
Il Processo Alchemico
Nell’alchimia, l’uroboro rappresenta l’intero processo di trasformazione alchemica:
- La “Grande Opera”: il ciclo di purificazione e perfezionamento della materia e dello spirito
- L’unità dei contrari: la riconciliazione di elementi opposti come sole e luna, zolfo e mercurio
- Il ciclo eterno di dissoluzione e coagulazione, centrale nella pratica alchemica
L’immagine dell’uroboro appariva spesso nei testi alchemici come simbolo della natura ciclica e auto-rinnovante del processo alchemico.
La Materia Prima
L’uroboro era anche associato al concetto alchemico di “materia prima”:
- La sostanza originaria da cui tutto deriva e a cui tutto ritorna
- Il potenziale infinito di trasformazione insito in tutte le cose
- L’unità fondamentale della materia, al di là delle apparenze diverse
In questo senso, l’uroboro rappresentava sia l’inizio che la fine del processo alchemico, l’alfa e l’omega della creazione.
L’Unità del Tutto
Nella filosofia ermetica, l’uroboro incarnava il principio dell’unità fondamentale dell’universo:
- “Come in alto, così in basso”: la corrispondenza tra microcosmo e macrocosmo
- L’interconnessione di tutte le cose in un unico tessuto cosmico
- La riconciliazione degli opposti in un’unità superiore
Questo concetto di unità era centrale nella visione ermetica del mondo, che vedeva l’universo come un tutto organico e interconnesso.
Il Tempo Ciclico
L’uroboro era anche un potente simbolo della concezione ciclica del tempo nella filosofia ermetica:
- L’eterno ritorno: l’idea che tutti gli eventi si ripetano in un ciclo infinito
- La natura ciclica della creazione e della distruzione cosmica
- Il concetto di “tempo sacro”, distinto dal tempo lineare profano
Questa visione del tempo come un cerchio eterno era fondamentale per la comprensione ermetica della realtà.
La Trasmutazione Spirituale
Oltre alla trasformazione della materia, l’uroboro simboleggiava anche la trasmutazione spirituale:
- Il processo di individuazione e realizzazione del Sé
- La morte e rinascita iniziatica nel percorso spirituale
- L’integrazione degli aspetti oscuri della psiche nel processo di crescita personale
In questo contesto, l’uroboro diventava un simbolo del viaggio interiore dell’adepto verso la completezza e l’illuminazione.
Rappresentazioni Alchemiche
Nei testi alchemici, l’uroboro appariva in varie forme simboliche:
- Il serpente singolo che si morde la coda
- Due serpenti intrecciati, uno alato e uno terrestre, simboleggianti gli aspetti volatili e fissi della materia
- L’uroboro che circonda l’Uovo Filosofale o l’Albero della Vita
Queste rappresentazioni erano ricche di simbolismo, ogni dettaglio carico di significati esoterici.
L’Influenza sulla Psicologia Analitica
Le interpretazioni alchemiche e ermetiche dell’uroboro hanno avuto una profonda influenza sulla psicologia analitica di Carl Jung:
- Jung vedeva nell’uroboro un simbolo dell’inconscio collettivo e del processo di individuazione
- L’integrazione degli opposti, simboleggiata dall’uroboro, era centrale nella teoria junghiana della psiche
- Il concetto di “sincronicità” di Jung riecheggia l’idea ermetica di interconnessione cosmica simboleggiata dall’uroboro
Attraverso Jung, il simbolismo alchemico dell’uroboro ha trovato nuova vita nella psicologia moderna.
L’uroboro, nel contesto dell’alchimia e della filosofia ermetica, diventa molto più di un semplice simbolo: è una chiave per comprendere la natura della realtà, del tempo e della trasformazione. La sua immagine potente continua a ispirare coloro che cercano di comprendere i misteri più profondi dell’esistenza, sia nel mondo esterno che nell’interiorità della psiche umana.
L’Uroboro nella Psicologia e nella Filosofia Moderna
L’antico simbolo dell’uroboro ha trovato nuove interpretazioni e applicazioni nel campo della psicologia e della filosofia moderna. La sua ricca simbologia ha offerto spunti preziosi per esplorare la psiche umana e per affrontare questioni filosofiche fondamentali.
Carl Jung e l’Inconscio Collettivo
Carl Gustav Jung, il fondatore della psicologia analitica, ha dato all’uroboro un posto di rilievo nella sua teoria:
- Simbolo dell’inconscio collettivo: l’uroboro rappresenta le forze primordiali della psiche umana
- Archetipo del Sé: l’immagine del serpente circolare evoca l’idea di totalità e integrazione psichica
- Processo di individuazione: l’uroboro simboleggia il viaggio dell’individuo verso la realizzazione del Sé
Per Jung, l’uroboro era un’immagine potente del processo di crescita psicologica e di integrazione degli aspetti inconsci della personalità.
Erich Neumann e lo Sviluppo della Coscienza
Erich Neumann, allievo di Jung, ha approfondito il simbolismo dell’uroboro in relazione allo sviluppo della coscienza:
- Stato uroborico: la condizione primordiale della psiche, caratterizzata da unità indifferenziata
- Separazione dall’uroboro: il processo di differenziazione e sviluppo dell’ego
- Ritorno all’uroboro: l’integrazione finale degli opposti nella realizzazione del Sé
Neumann vedeva nell’uroboro un simbolo chiave per comprendere l’evoluzione della coscienza umana, sia a livello individuale che collettivo.
Friedrich Nietzsche e l’Eterno Ritorno
Il filosofo Friedrich Nietzsche ha sviluppato il concetto di “eterno ritorno”, che riecheggia il simbolismo dell’uroboro:
- Ciclicità del tempo: l’idea che tutti gli eventi si ripetano infinitamente
- Affermazione della vita: accettare l’eterno ritorno come un atto di volontà e amore per il destino
- Superamento del nichilismo: l’eterno ritorno come risposta alla perdita di significato
Sebbene Nietzsche non menzioni esplicitamente l’uroboro, il suo concetto di eterno ritorno riflette profondamente il simbolismo del serpente circolare.
Fenomenologia e Ermeneutica
Nella filosofia contemporanea, il simbolo dell’uroboro ha ispirato riflessioni sulla natura dell’interpretazione e della comprensione:
- Circolo ermeneutico: l’idea che la comprensione proceda in modo circolare, dalla parte al tutto e viceversa
- Fenomenologia della percezione: l’interconnessione tra soggetto e oggetto nella costruzione del significato
- Dialettica dell’interpretazione: il processo continuo di revisione e reinterpretazione
Filosofi come Hans-Georg Gadamer e Maurice Merleau-Ponty hanno esplorato idee che risuonano con il simbolismo dell’uroboro.
Teoria dei Sistemi e Cibernetica
Nel campo della teoria dei sistemi e della cibernetica, l’uroboro è diventato un modello per comprendere i sistemi autoregolanti:
- Feedback loop: il concetto di retroazione, fondamentale nella teoria dei sistemi
- Autopoiesi: l’idea di sistemi che si autogenerano e si automantengono
- Ricorsività: la natura autoriferenziale di certi processi logici e computazionali
Questi concetti, centrali nel pensiero sistemico moderno, riflettono in modo sorprendente il simbolismo antico dell’uroboro.
Filosofia del Tempo
Le riflessioni moderne sulla natura del tempo hanno spesso riecheggiato il simbolismo dell’uroboro:
- Tempo ciclico vs tempo lineare: il dibattito sulla natura fondamentale del tempo
- Presente eterno: l’idea di un “ora” che contiene in sé passato e futuro
- Paradossi temporali: le complessità logiche legate ai viaggi nel tempo e alla causalità circolare
Filosofi come Henri Bergson e Martin Heidegger hanno esplorato concetti del tempo che risuonano con l’immagine dell’uroboro.
Ecologia e Pensiero Sistemico
Nel pensiero ecologico moderno, l’uroboro è diventato un simbolo dell’interconnessione di tutti gli esseri viventi:
- Cicli ecologici: i processi circolari di nutrienti e energia negli ecosistemi
- Gaia hypothesis: l’idea della Terra come un unico organismo autoregolante
- Ecologia profonda: la visione di un’interconnessione fondamentale tra tutti gli esseri
Questi concetti ecologici riflettono l’antica saggezza contenuta nel simbolo dell’uroboro.
L’uroboro, con la sua ricca simbologia, continua a offrire spunti preziosi per la psicologia e la filosofia moderne. La sua immagine potente ci ricorda l’interconnessione di tutte le cose, la natura ciclica dell’esistenza e la possibilità di integrazione e completezza. In un’epoca di crescente frammentazione e specializzazione, il simbolo dell’uroboro ci invita a cercare una visione più olistica e integrata della realtà e della nostra esperienza in essa.
L’Uroboro nell’Arte e nella Letteratura
L’uroboro, con il suo potente simbolismo, ha ispirato artisti e scrittori attraverso i secoli. La sua immagine evocativa del serpente che si morde la coda ha trovato espressione in una vasta gamma di opere d’arte e letterarie, ciascuna offrendo nuove interpretazioni e prospettive su questo antico simbolo.
Arte Antica e Medievale
Nell’arte antica e medievale, l’uroboro appariva spesso in contesti religiosi e mistici:
- Manoscritti alchemici: illustrazioni elaborate dell’uroboro in testi esoterici
- Arte funeraria egizia: rappresentazioni del serpente cosmico nelle tombe dei faraoni
- Mosaici bizantini: l’uroboro come simbolo di eternità in decorazioni ecclesiastiche
- Miniature medievali: il serpente circolare in manoscritti illuminati
Queste rappresentazioni antiche stabilirono le basi iconografiche per le future interpretazioni artistiche dell’uroboro.
Rinascimento e Barocco
Durante il Rinascimento e il periodo barocco, l’uroboro trovò nuove espressioni:
- Emblemi e imprese: l’uroboro come simbolo in stemmi araldici e emblemi personali
- Pittura allegorica: il serpente circolare in composizioni simboliche complesse
- Scultura funeraria: l’uroboro come simbolo di eternità in monumenti funebri
Artisti come Albrecht Dürer e Gian Lorenzo Bernini incorporarono elementi del simbolismo dell’uroboro nelle loro opere.
Arte Moderna e Contemporanea
L’arte moderna ha reinterpretato l’uroboro in modi innovativi:
- Surrealismo: l’uroboro come simbolo dell’inconscio e dei sogni
- Arte astratta: interpretazioni non figurative del concetto di ciclicità
- Arte concettuale: l’uroboro come metafora di auto-riferimento e paradosso
Artisti come M.C. Escher e Salvador Dalí hanno creato opere che richiamano il simbolismo dell’uroboro in modi sorprendenti.
Letteratura Classica e Medievale
Nella letteratura antica e medievale, l’uroboro appare in vari contesti:
- Miti cosmogonici: il serpente del mondo in varie tradizioni mitologiche
- Testi alchemici: descrizioni poetiche dell’uroboro come simbolo di trasformazione
- Letteratura visionaria: il serpente circolare in racconti di viaggi nell’aldilà
Opere come l'”Edda poetica” norrena e i testi ermetici contengono riferimenti all’uroboro o a concetti simili.
Letteratura Moderna
La letteratura moderna ha esplorato il simbolismo dell’uroboro in modi profondi:
- Jorge Luis Borges: racconti che giocano con concetti di circolarità e infinito
- Thomas Pynchon: strutture narrative circolari che richiamano l’uroboro
- Umberto Eco: esplorazione di temi di auto-riferimento e paradosso
Questi autori hanno utilizzato il concetto dell’uroboro per esplorare temi filosofici e esistenziali complessi.